Meritocrazia, inglese perfetto, visione internazionale, all’estero mica è come qua, oh provinciali, lasciatemi salutare con entusiasmo questa bellissima realtà che è The Post Internazionale!
Ieri leggo questo annuncio:
Avendo la tonsillite, decido di interessarmi alla cosa.
Quindi vado nel sito, leggo un po’ di cose, forse mi addormento un paio di volte, non sono sicuro, comunque poi finisco nella pagina chi siamo dove “senza giri di parole” (loro motto), c’è la lista dei fondatori e dei redattori del giornale.
Fondatore:
Giulio Gambino (1987), nipote di Antonio Gambino (fondatore dell’Espresso).
leggo che: Ha vissuto a Londra per 6 anni e ha studiato storia e politica internazionale alla School of Oriental and African Studies (University of London). Ha studiato alla Columbia University Graduate School of Journalism. Scrive per “l’Espresso” e vive a New York.
Poi ci sono i figli di Mentana e Lerner: Stefano Mentana e Davide Lerner, di loro non c’è scritto molto ma dubito che vivano a Forlì o Codroipo, ecco. Altri cognomi che forse sono solo omonimie, tipo Prodi, Bersani, Goria (Amedeo, proprio come il figlio di Amedeo Goria), chissà. Sofia Bettiza, figlia o nipote, mi dicono, del grande giornalista Enzo Bettiza (se non è così scusa Sofia).
Scopro che il giornale è stato presentato a Roma con un certo Eugenio Scalfari (forse omonimo anche lui).
I curriculum (prima di scaldarvi, leggete qua), sono tutti molto simili e meritano un piccolo elenco.
praticamente nessuno di questi ragazzi, tutti sotto i 30 anni, è rimasto in Italia, ma hanno “vagabondato” in giro per il mondo a studiare ovunque la loro bussola li portasse… insomma un po’ come i punkabbestia o gli artisti di strada, stessa cosa. più o meno:
ADRIANO PAGANI
Classe 1986, una laurea magistrale in Filosofia della Scienza e un MSc in Economics. Ha svolto attività di ricerca presso la Columbia University di New York e la London School of Economics.
ALESSANDRO ALBANESE GINAMMI
Nato il 9 gennaio 1987. Laureato in Storia. Dottorando in Storia dell’integrazione europea. Scrive di relazioni internazionali, in particolare Turchia-Unione Europea. Ha studiato a Londra, Bruxelles e Istanbul.
GIAN MARIA VOLPICELLI
Nasce nel 1988 a Roma. Dopo aver vagabondato fra Madrid, Mosca e Boston, oggi vive a Londra. Si interessa di Americhe, tecnologia e attori non statali.
NICOLA CAPANNELLI
Nato nel 1987. Laureato in Scienze Politiche, studia Relazioni Internazionali presso la Luiss “Guido Carli”. Ha vissuto per ragioni di studio in Sud Africa, Norvegia e Israele.
MARIA ELENA TANCA
Ha studiato Scienze politiche con indirizzo in Scienze della comunicazione alla Cattolica. Master biennale in giornalismo, è stata stagista ad Agr (Rcs). Ha vissuto in California e a New York.
AMEDEO G. GORIA
Nasce nel 1986. Ha vissuto a Roma per 4 anni (incidente di percorso, ndr) dove ha studiato filosofia. Dal 2009 vive a Berlino
FRANCESCA GIULIANI
Nasce nel 1988, vive a New York dal 2010 (cioè vive a New York da quando aveva 22 anni, ndr)
e così via.
Leggendo le loro brevi bio ovviamente penso subito: MA QUESTO E’ IL GIORNALE PERFETTO PER ME! Sono proprio come me questi giovani. Volenterosi, iper istruiti, nonostante le difficoltà che hanno dovuto affrontare nella vita (cognomi pesanti, molti sono “figli di”, eccessivo benessere, istruzione di alto livello, ecc.) sono riusciti a farsi strada nel fantastico mondo del giornalismo. Esattamente come me.
Sono quasi commosso, come quando dopo aver attraversato un deserto finalmente si riconosce un viso amico.
Gambino, Mentana, Lerner, Pinna, saremo come i tre moschettieri! (io d’artagnan).
Quindi decido di mandare il curriculum, e scrivo questa mail:
Nella mail specifico la mia formazione (in ben due istituti della mia città di provenienza), le mie varie migrazioni nel raggio di 6 km, cambiando di volta in volta residenza e contratto adsl, fino all’approdo a Modena City. Per correttezza spiego anche chi sono i miei genitori, dato che, leggendo il sito, sembra essere uno dei requisiti più importanti. Mio padre non ha mai avuto un ruolo di responsabilità in tutta la sua vita, che io sappia, ma è stato sempre molto apprezzato dai colleghi (e meno dai sindacalisti). Insomma amici, sono uno di voi.
Ora attendo una risposta.
31 risposte a “Post della tonsillite/ The Pagapapà Internazionale”
Bel post e ben fatto.
Eheheh
Sei un genio :D
Anche io gli ho scritto qualcosa di simile, come ad esempio che ho vissuto a Londra perché mi scopavo uno di Londra e a New York perché mi facevo mantenere da un ricco locale. Credo valga ugualmente, no?
E io sono curiosa di sapere cosa risponderanno :D
per ora nulla, strano perchè è tipico della cultura anglosassone rispondere alle mail di proposte di lavoro, anche per dire di no (o almeno così si dice).
Il post è fatto bene, e sono d’accordo che sicuramente il background (leggi: le possibilità economiche) sia stato un valido trampolino di lancio per arrivare dove sono ora. C’è da dire che anche l’esempio conta, i genitori di costoro non sono certo degli analfabeti. Però ragazzi, anche io ho vagabondato tra Tokyo, Londra, Pittsburgh, California e Costa Azzurra, e a me mio padre e mia madre non hanno mai pagato niente. Me la sono tutta sudata e ho campato anche io di espedienti quando i soldi non bastavano (leggi: part-time notturno come cameriera e come babysitter). Quindi tutto sommato, volere è potere. Magari puoi cominciare a pianificare la tua prossima meta, oltre Modena city.
boh, ma perché devo andare? e dove? non ho bisogno di andare altrove, anzi, vivo bene solo nei posti piccoli, già modena è troppo metropolitana per me. che vado a fare a tokyo? mi suiciderei dopo 2 giorni. e poi non potrei mai fare il cameriere in costa azzurra, eddai. se vado in costa azzurra è per fare il ricco e AVERE un cameriere, ecco. non voglio sudare. già nascere è una fatica. detto ciò, cara Sarah, tu sei un buon esempio per gli altri, perché sicuramente non potevi fare i robot dove sei nata, e quindi hai dovuto girare, e l’hai fatto sudando. brava. ma il “background” dei ragazzi citati sopra li ha senza dubbio favoriti. diciamo che potevano fare quello che vogliono, e l’hanno fatto. però non è curioso che si trovino insieme tanti cognomi noti? è come se un giornale fosse fondato solo da persone con capelli rossi. cioè, intendo proprio come probabilità, non sarebbe una cosa bizzarra?
Ah ah ah. Post epico. I figli di Mentana e Lerner, il nipote di Gambino (fondatore de L’Espresso) sono certo che apprezzeranno molto.
Ps anche io ho studiato in due istituti prestigiosi a Caserta: prima il liceo scientifico sperimentale Manzoni e poi lo storico Scientifico A. Armando Diaz. Diplomato con 92/100 ho poi girovagato tra Caivano, Sparanise, Marcianise, San Nicola la Strada e mi sono definitivamente formato a Casapesenna, dopo una breve parentesi a Casaluce e Formicola, evitando accuratamente di laurearmi sia alla Seconda Università degli Studi di Napoli che alla Federico II. Riuscendo a divenire professionista a 24 anni evitando accuratamente ogni esperienza accademica di stampo giornalistico, ho in ultimo perfezionato la conoscenza della lingua anglosassone guardando ore e ore di porno russi sottotitolati in inglese.
Di sicuro a “The post Internazionale” apprezzeranno il mio pedigree.
sì che poi bisogna specificare perché (almeno nel mio caso) una persona frequenta più scuole superiori, cosa che può sembrare strana. io ad esempio sono stato bocciato TRE volte. è una cosa di cui mi vergogno, ovviamente, perché mi ha fatto perdere del tempo. è che ero obbligato a diplomarmi, dipendevo dai miei e non potevo fare altrimenti. fosse stato per me dopo la terza media avrei vissuto selvaggio e felice, senza mai mettere piede in un lager-scuola (in compenso passavo mattine intere nella biblioteca comunale). oggi lavoro, faccio le cose che mi piacciono, sono apprezzato e perfino pagato da diverse persone, e se tornassi indietro non dico che non farei un solo giorno di scuola, ma proprio che metterei una bomba alle fondamenta la notte, quando non c’è nessuno.
Dovrebbero assumerti solo per questo post…
Curioso come si parta sempre dal presupposto che la cosiddetta fuga dei cervelli sia un danno per la nazione. Certo, tra gli esuli che conosco c’è un sacco di gente in gamba; ma ci sono anche un sacco di deficienti, senza i quali l’Italia sta sicuramente meglio.
iome: spero di no, mi sa che è uno di quei lavori dove stai tutto il giorno dalle 8 alle 18 seduto davanti al pc pagato 800 euro, tipo call center. no no. non ho non-studiato per questo!
dottore: concordo.
Ma sarebbe anche figo se questi dicessero “ho fatto il cameriere a Budapest/ ho fatto il punk a Londra/ non ho fatto una nerchia a S. Bartolomeo in Galdo”, smentendo quanto detto in questo post. Senza contare che andare all’estero, lavorare e studiare non è proprio una cosa da tutti, anzi tanto di cappello a chi lo fa.
Attendiamo comunque risposta!
>”non ho fatto una nerchia a S. Bartolomeo in Galdo”
io lo assumerei subito.
Due cose
1. Se reputi scuole ed università dei “lager” (io dall’Università sono FUGGITO dopo aver preso tutto ciò che di buono potevo prendere), devi assolutamente vedere i discorsi di Ken Robinson. Li trovi tutti su yotube, anche sottotitolati in italiano.
2. Io devo assolutamente rimanere in contatto con te. Se ci sei su Facebook, dammi un cenno :D
non ci sono :(
non conosco ken robinson, guarderò. grazie per la segnalazione
Nell’elenco dei figli d’arte ti sei perso Sofia Bettiza, figlia di Enzo Bettiza…
Si puo’ discutere sulla “moderata retribuzione” offerta, ma su tutto il resto no. Ci si professa paladini della meritocrazia, ma poi la disucssione cade inesorabilmente sulla genealogia. Non c’e’ cognome che tenga quando si viene ammessi alla Columbia o alla LSE, che peraltro garantiscono, cosi’ come tutte le universita’ analogamente prestigiose, borse di studio a chiunque sia adeguatamente meritevole. Se poi si andasse a vedere chi studia in quelle universita’, si scoprirebbe come la percentuale di Italiani sia incredibile, e come la maggior parte non si chiami ne’ Scalfari, ne’ Mentana, ne’ simili.
Mattia, io non mi professo paladino della meritocrazia, anzi. anche perché sarei il primo a perderci, dato che per meritocrazia si intende chi ha avuto la formazione più lunga, costosa e prestigiosa, e io la mia l’ho riportata nella mail sopra: finirei nel tombino.
poi se scriviamo Italiani maiuscolo, vabbè, possiamo anche finirla qua, non ci capiamo.
sulla “moderata retribuzione”: pare fossero 800 euro, anche se non viene specificato per lavorare QUANTO e fare cosa, ma alla gente basta sentire 800 euro e si calma.
infine, per me la Columbia possono pure buttarla giù e costruirci un parco giochi.
Come ognuno dovrebbe sapere, Italiani come sostantivo si scrive con l’iniziale maiuscola, mentre se usato come aggettivo, va scritto con l’iniziale minuscola.
A parte questo, si puo’ discutere su societa’ che permettono l’avanzamento unicamente di coloro i quali siano meritevoli, cosa che sarebbe molto piu’ interessante dello scagliarsi contro chi sembrerebbe abbia ottime credenziali e sicuramente ha cognomi noti. Come detto, e al contrario di quello che succede in Italia, e’ possibile avere ottimi percorsi accademici senza dover necessariamente essere figli di ricchi papa’ perche’, all’estero, la meritocrazia esiste davvero. Una universita’ come Harvard prevede che chiunque sia ammesso riceva uno stipendio di piu’ di 25000$/anno.
Devo ammettere anche che trovo veramente interessanti le ragioni che esponi secono le quali la Columbia vada rasa al suolo.
Mattia guarda che ti sbagli, non ho esposto nessuna ragione!
“all’estero la meritocrazia esiste davvero”. che estero? filippine? laos? sri lanka? venezuela? belgio? cina? cambogia? congo?
dai Mattia, non perdiamo tempo. non ci capiamo e non ci capiremo mai. abitiamo su due pianeti diversi. tu sulla Terra.
(a proposito, pure se crolla Harvard mi interessa poco)
Diciamo che un tempo i ricchi avevano i passatempi, equitazione, caccia, feste in giro per il mondo (quello ancora), ecc. ecc. ora hanno l’istruzione, il giornalismo, l’arte. Probabilmente assumeranno anche Beatrice Borromeo, è giornalista anche lei no?
*crollasse…interesserebbe… ;)
Per poterci capire, l’Italiano dovrebbe essere un pre-requisito! :D
eddai Mattia su, ora dimmi anche che non si scrive “eddai”, fammi perdere tempo a spiegarti che sul mio blog scrivo come cazzo voglio, che “se crolla non mi interessa” in un contesto informale e gergale non è un errore, e che “né” si scrive così, e non ne’ come hai scritto tu diverse volte, solo che tu mi dirai che hai la tastiera USA senza le lettere accentate, e allora io ti dirò che noi non capirebbimo mai, perché siamo troppo diversi e se vuoi pensare di aver vinto una discussione in questo modo, pensalo pure. perchè (accento sbagliato) l’hai vinta, e vincerai sempre. meritocrazia, no? ti meriti questa vittoria.
Hahaha! Si’, ho la tastiera americana perche’ ho scelto di essere uno studente meritevole e di vivere negli Stati Uniti. Mi piacerebbe discutere in maniera piu’ intelligente, ma cio’ presupporrebbe il fornire argomentazioni, anziche’ voler radere al suolo universita’ prestigiose.
Cheers!
ecco, hai visto che ti ho letto bene? bravo studente! fai lo studente meritevole, vivi negli Stati Uniti e non scassare il cazzo a me (ti ho dato pure l’argomentazione, alla fine, eccola qua). quando racconti la cosa agli amici precisa che alla fine ho usato le parolacce, mi raccomando. noi italiani, oh. sempre uguali. mica come all’estero.
Mattia, vedi un po’ se gli americani oltre che ritenerti meritevole di una delle loro prestigiose università ti ritengono un valido elemento anche per il loro splendido esercito. Così ci rendi orgogliosi di essere italiani anche in Afghanistan, oltre che nel campus.
Che i nomi dei popoli vogliano la maiuscola è tutt’altro che pacifico:
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/uso-maiuscole-minuscole
Mattia mi vuoi ospitare negli USA? Dai vorrei farmi il Coachella quest’anno e non so dove andare a dormire :(((
Ihih! grande! QUANDO SI DICE “APOLIDE”! caro Amico, io ho “vagabondato” (totalmente a mie spese, non solo finanziarie ma anche esistenziali) tra la mia cittadina alle porte di Milano, le sue frazioni, i comuni limitrofi e perfino il Capoluogo. Se avessi dovuto campare solo con i soldi che mi davano per fare la “giornalista” avrei potuto tranquillamente vagare (e FORMARMI!) tra il divano ed il bagno (a dirla tutta, spesso ho dovuto cercare altri mestieri per pagarmi le spese di esercizio della onorata professione!). A dire il vero, non solo non ti pagano, ma fanno di tutto affinché tu non possa esercitare seriamente il mestiere, poiché anche a livello locale ci sono lobby la cui potenza è commisurata al campo di azione; ed anche a livello locale ci sono i COGNOMI che contano e quelli che van segati o quantomeno ostacolati con successo. Ti capisco ed appoggio: ANDARE, per SCELTA NON PER CONDIZIONE. E se uno vuole dedicarsi al proprio territorio? A qualcosa che conosce un poco e vuole conoscere ancor meglio? Magari far qualcosa di buono per gettare buoni semi? In ogni caso, l’Italia non è un paese per Semplici (“Il giardino dei semplici”). Cordiali saluti!
ps.(questo post mi è stato segnalato da un amico, non so pescato come – il post, dico! lo ringrazio, ihih: ciao Niccolò!)
Sempre molto bello trovare nelle brevi bio l’espressione “Ha svolto attività di ricerca presso [nome di ateneo prestigioso]” che agli occhi di chiunque abbia mai scritto un CV si legge: “Ha avuto il badge per entrare nella biblioteca di [nome di ateneo prestigioso]”.